Italia ed Ungheria. Dieci secoli di rapporti letterari (Budapest, 1967)

Csapodi, Cs.: La biblioteca di Beatrice d'Aragona, moglie di Mattia Corvino

CS. CSAPODI LA BIBLIOTECA DI BEATRICE D’ARAGONA, MOGLIE DI MATTIA CORVINO Le opere più diffuse sulla biblioteca di re Mattia1 elencano senza distin­zione, come «Corvine», cioè libri di re Mattia, tutti i codici che possono mettersi in relazione sia con la persona del re stesso, sia con quella di sua moglie Beatrice d’Aragona: tutti quelli cioè che portano o lo stemma ungherese con quello aggiunto della Casa Hunyadi, o lo stemma aragonese della regina Beatrice, o entrambi. Tale prassi parte dal presupposto, per­altro in nessun modo documentato, che i libri della regina Beatrice, ammesso che ne abbia portati da Napoli, siano stati naturalmente inseriti nella biblioteca reale a Buda; e che la stessa sorte sia toccata ai codici regalatile dopo il suo matrimonio con re Mattia, o fatti eseguire da lei stessa. Il Wein­berger dichiara esplicitamente di ritenere poco probabile l’esistenza di una collezione separata di Beatrice.1 2 È vero bensì che nel suo lavoro sui biblio­fili ungheresi d’altri tempi Edit Hoffmann cita il codice d’Origene di Modena, il salterio di Wolfenbüttel e il Regiomontano viennese come tre opere appartenenti alla regina Beatrice, ma nello stesso lavoro i tre codici suddetti si ritrovano nella tavola sinottica intitolata Biblioteca di re Mattia; d’al­tronde, l’autrice non ha dedicato alla regina Beatrice un capitolo a parte tra i bibliofili d’altri rempi. Eppure, al tempo delle regine umaniste non era un fenomeno fuori del comune che qualcuna di esse possedesse una biblioteca a parte. È noto l’elenco della biblioteca di Carlotta di Savoia, moglie di Luigi XI re di Francia, del 1484.3 L’elenco contiene 106 libri. Alla morte di Eleonora d’Aragona moglie di Ercole I duca di Ferrara e sorella di Beatrice, nel 1493, furono ritrovati nella sua biblioteca 74 volumi.4 È quindi il caso di esami­nare se la regina Beatrice, giunta a Buda dalla corte di Napoli celebre per il culto dei libri, non possedesse nella sua nuova dimora una collezione personale di libri. Potrebbe darsi che il fatto fosse finora sfuggito agli stu­diosi solo perchè abbagliati dallo splendore della biblioteca Corvina. 1 W. W einberger, Beiträge zur Handschriftenkunde. 1. Die Bibliotheca Corvina, Wien 1908, in: «Sitzungsberichte der Akademie in Wien, Philos. Hist. Kl.», 159. Bd., 6 Abt.; A. DE Hevesy, La Bibliothèque du roi Mathias Corvin, Paris 1923; Biblioteca Corvina. La biblioteca di Mattia Corvino re d’Ungheria, a cura di G. Fraknói, G. Fógel, P. Gulyás, E. Hoffmann, Budapest 1927.) Comprende: G. Fogéi., A Corvina-könyvtár katalógusa (Il catalogo della biblioteca Corvina), pp. 65—88; E. H offmann, Régi magyar bibliofilek (Bibliofili ungheresi d’altri tempi), Budapest 1929, pp. 96 — 103. 2 W einberger, Erhaltene Handschriften des Königs Matthias Corvinus und des Graner Erzbischofs Johann Vitéz, in: «Zentralbl. f. Bibliotheksw.», 1929, pp. 6 —13. 3 L. Delisle, Le Cabinet des manuscrits de la Bibliothèque Imperiale, T. 1, Paris 1868, pp. 91 — 93 (Histoire generale de Paris). 4 D. Fava, La biblioteca Estense nel suo sviluppo storico, Modena 1925, pp. 121 —122. 8 113

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