Italia ed Ungheria. Dieci secoli di rapporti letterari (Budapest, 1967)

Tolnai, G.: I grandi poeti ungheresi nell'Italia di oggi

Suile orme di Petőfi: Attila József Dopo il successo di Petőfi — sebbene lentamente — anche in Italia si cominciö la traduzione dei nostri veri grandi autori, in particolare di poeti. Fu pubblicata una grande antológia della poesia universale (intitolata Orfeo), in cui figuro anche se in una scelta non perfetta, ne in numero sufficiente, buona parte della nostra poesia, dal Rinascimento ai nostri giorni.11 Dopo Petőfi, 1’interesse fu rivolto subito su Attila József tradotto da Umberto Albini, Mario De Micheli, Gianni Toti, Paolo Santarcangeli, Folco Tempesti ed altri.12 Questo non puó meravigliarci, se teniamo conto dei fatto che Attila József e vicino ai traduttori italiani per il contenuto sociale e la struttura formale delle sue opere. Seppero l’affinitä ehe esiste tra il nostro ed il grande poeta spagnolo, Federico Garcia Lorca, giacché in entrambi il vivo senso della realtá si unisce al modernismo. I traduttori ed i recensori si resero anche conto di quanto Attila József riprende i ritmi del grande Béla Bartók. Piu di un artista italiano incise dischi con le poesie di Attila József e fra questi va menzionato il miglior interprete di Garcia Lorca, Arnoldo Foa, ehe pure notö le affinitä tra il poeta ungherese e quello spagnolo.13 Anche i critici ungheresi avevano fatto le stesse osservazioni e sotto­­lineato le stesse relazioni tra Attila József, Garcia Lorca e Béla Bartók ed anzi, Fautore di queste righe — esaminando il problema da piu punti di vista — ha cercato anche di chiarire i rapporti ehe legano il grande musi-11 Cfr. ORFEO il tesoro della lirica universale interpretato in versi italiani a cura di Vincenzo Errante e Emilio Mariano, Firenze, Sansoni (1949). — I poeti magiari ehe figurano nell’antologia sono Bálint Balassi, Anonirno (sec. XVI), Anonimo (fine sec. XVII), Mihály Csokonai Vitéz, Károly Kisfaludy, Mihály Vörösmarty, Sándor Petőfi, János Arany, Endre Ady, Mihály Babits, Attila József, Gyula Illyés. I tradut­tori delle poesie Breilich dall’Asta, Cordani, Corsaro, Fattori, Ferrari, For­­tint, Garino-Cian, Linari, Márffy, Moschino, Nicosia, Palatini, Politi, Quasi­modo, Risi, Ruzicska, Sinisgalli, Tóth. 12 Alcíme poesie di Attila József erano in un primo momento state pubblicate in riviste ed antologie. Le antologie piü importanti sono Urici Ungheresi, scelti e tradotti da F. Tempesti, Firenze, Valleechi, 1950, Poesia ungherese del Novecento, a cura di Mario de Micheli e Eva Rossi, Milano, Schwarz, 1960, Lirica ungherese del ’900. Introduzione e traduzione di Paolo Santarcangeli, Parma, Guanda, 1962, Petőfi, Ady, Attila József. Traduzioni di Gianni Toti. — In un numero piü considerevole e con maggiore coerenza le poesie di Attila József furono tradotte da Umberto Albini e Tintroduzione di M. Szabolcsi, Milano 1957, II. edizione ampliata, 1962. 13 Le piü importanti critiche riguardanti le traduzioni di U. Albini sono F. F. Un poeta senza illusioni, in: «L’indicatore», Aprile-maggio 1957. Attila József, Poesie (di un anonimo), in: «Il Mondo», 15 aprile, 1958, Il Villon ungherese (di un anonimo), in: «Il Giorno», 19 marzo 1958, R. Sanesi, Poesia e traduzioni, in: «Cinema Nuovo», aprile 1958, O. Gregori, József Attila, in: «Il Punto della settimana», 19 aprile 1958, G. Grazziani, Poetesse a convegno sulla riva dei lago, in: «La Nazione Italiana», 1 mag­­gio 1958, M. Luzi, La chiara voce di József, col sottotitolo Potremmo conoscere meglio, attraverso un’accurata antológia, le liriche di imo dei piü singolari poeti moderni»), in: «Tempo», 20 maggio 1958, G. Tedeschi, La poesia di Attila József in: «La Fiera Letteraria», 7 settembre 1958, P. Calandra, Attila József, in: «Panorama», 22 aprile 1958, P. Calandra, Attila József, in: «Il Ponte», 1959, Fase. 3. G. Lagorio, Allegoria di una vita, in: «La Rassegna», XXVII, N. 1—4, G. T., Un poeta assassinato, in: «Tempo presente», febbraio, 1963, S. Quasimodo, Il falso e il verő verde, in: «Le ore», 17 gennaio 1967. 23* 355

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