Tóth Tamás: „Si nullus incipiat, nullus finiet”. La rinascita della Chiesa d’Ungheria dopo la conquista turca nell’attivita di Gábor Patachich e di Ádám Patachich, Arcivescovi di Kalocsa-Bács 1733-1784 - Bibliotheca Historiae Ecclesiasticae Universitatis Catholicae de Petro Pázmány Nuncupatae 1. / Collectanea Vaticana Hungariae 6. (Budapest, 2011)

II. Il Secolo della rinascita ungherese e dei du Patachich

88 IL SECOLO DELLA RINASCITA UNGHERESE E DEI DUE PATACHICH anni'96 e conosceva il candidato da dieci anni: dalla Croazia e dall’Italia, dove avevano studiato insieme nel Germanico-Ungarico. Sapeva che Gábor aveva compiuto 30 anni nel mese di maggio. Parlò di lui con il massimo rispetto. La seconda persona interrogata fu, ancora nello stesso giorno, Antun Buguay O.F.M., padre francescano di Bosnia. Egli aveva 54 anni e conosceva la famiglia ed anche Gábor Patachich da lungo tempo. Similmente lodò il candidato con le parole «ab omnibus laudetur tamquam optimus Ecclesiasticus».'9' Il giorno seguente altri due testimoni resero testimonianza dello stato attuale della diocesi di Sirmio. Fra’ Petar da Osijek (Petrus ab Essek) fu Definitore attuale dei francescani. Aveva 44 anni e descrisse la città di sede Ilok con precisione, poiché aveva vissuto nel convento della città. Secondo la sua descrizione essa era divisa in tre parti: il Castello degli Odescalchi196 197 198, la circoscrizione cattolica e la circoscrizione «scismatica», cioè ortodossa. Tutte e due le frazioni avevano circa 50-50 case. La situazione ecclesiastica era molto triste, perché la Cattedrale era in rovine e «nihil horum est, sed adhuc iacetpro ut a Tureis destructa fuit».'991 missionari francescani costituivano l’unica presenza ecclesiastica. L’unico luogo, dove il vescovo poteva adeguatamente abitare, era il convento. Delle tre chiese poteva funzionare soltanto una, la Chiesa San Giovanni da Capestrano,200 dei Francescani. L’altro testimone era il guardiano del suddetto convento, il frate Antun Bibic (Bibich), che aveva 37 anni. Egli confermò la posizione del confratello francescano. Sullo stato attuale della Cattedrale disse che «nulla est, quae dicta possit Cathedralis 196 Secondo ricerche recenti, il Pucz aveva solo 29 anni al momento del processo anziché 44. Simili inesattezze sfortunatamente non erano rare nei processi. Veress, Matricula et Acta, 130-131; Ivanían, Podatcì 0 zagrebackim, 763-767. 197 ASV Arch. Concisi., Processus Consist., 117, fol. 74m 198 La famosissima famiglia italiana degli Odescalchi ricevette Ilok e tutto il Sirmio, ottenendo anche il titolo principale, per l’aiuto offerto durante le guerre turche, e rimaneva propretario del Castello per lungo tempo, dal 1697 fino la 1944. Branko Nadilo, Obrambene gradevine uz obatu Dunává, 725, Gradevinar 57 (2005) 717-725. Benedetto Odescalchi, vale a dire Beato Papa Innocenzo XI (1676 - 1689) apoggiò con grandi dotazioni ed attività organizzativa un’alleanza contro gli Ottomani. Durante il suo periodo fu l’assedio turco di Vienna (1683) e la liberazione di Buda (1686). Török József, Ince, XL, MKL 5 (2000) 282-284. 199 ASV Arch. Concist., Processus Consist., 117, fol. 742r. 200 Giovanni da Capestrano (1386-1456), O.F.M., Santo. Fra Giovanni nacque a Capestrano e stu­diò diritto a Perugia, per divenire poi giudice. Tra il 1412 ed il 1414 fu giudice a Perugia, poi gover­natore della città che era in guerra. Due anni dopo entrò nell’Ordine dei Francescani osservanti. Con S. Bernardino da Siena (1380—1444) risvegliò le missioni itineranti e cominciò lui stesso a peregrinare in quasi tutta l’Europa. Riconosceva che la chiave del futuro del Continente e del cristianesimo era il soccorso all’Ungheria. Nel 1455 arrivò nel Regno e l’anno dopo bandì una crociata. Con le sue parole infiammò le armate che vinsero la battaglia di Nándorfehérvár (attuale Belgrado) il 21-22 luglio 1456. Il Francescano morì poco dopo la battaglia, nel Chiostro di Ilok il 23 ottobre. Tanti miracoli sono collegati al suo nome. Fu beatificato nel 1690 e canonizzato nel 1724. La sua festa coincide con il giorno della sua morte. Diós István, János, Kapisztrán, MKL 5 (2000) 602-603.

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