Fábry Kornél - Bors Katalin (szerk.): Sessioni - Congresso Eucaristico Internazionale (Budapest, 2022)

Lunedi 6 settembre 2021

Csaba Böjté fiorini, o 5.000 fiorini nella bussola. Per circa dieci anni siamo stati sostenuti solo da donazioni, ma ora, grazie a Dio, lo stato rumeno sostiene i nostri bambini. Ma è stato bello ed è bello sperimentare la solidarietà. È una grande cosa, miei fratelli e sorelle! E poi si va in Congo, dove i bambini di 12 anni ricevono kalashnikov dai loro signori della guerra e vengono mandati non a scuola, ma al fronte a sparare. Da noi per fortuna non è così. Perché? Perché ci sono duemila anni di cristianesimo, e ora anche loro hanno intrapreso il cammino dell’evan­gelizzazione... Speriamo bene. Ovunque si guardi, ci si occupa degli anziani, nel bene e nel male. Certamente potremmo fare meglio, dovrem­mo fare meglio, e ci sforziamo di fare meglio, ma c’è qualcosa. E tutte queste cose si radicano nel vangelo. E una cosa enorme. Solidarietà. Vediamo in televisione che ci sono paesi dove, se fai un errore, ti tagliano la testa, in pieno giorno, ti lapidano a morte, nel XXIimo secolo. Prima della pandemia, sono stato spesso chiamato nelle prigioni. In verità mi chiamano anche ora. Siamo andati alla prigione di Balassa­gyarmat, abbiamo portato i bambini, hanno cantato, poi anche i detenuti hanno cantato, infine abbiamo fatto la messa. Alla fine della messa li ho elogiati: avete cantato molto bene, quasi come un gruppo di professio­nisti. Facciamo un CD e facciamo un regalo ai bambini per Natale. Che ci crediate o no, questi detenuti si sono messi al lavoro e hanno scritto un musical sulla vita di Sant’Adriano. Il governatore della prigione lo permise, andammo a fare le prove, e poco prima del Natale 2020, nel teatro József Attila, i nostri bambini interpreatarono il Tutti insieme appassionatamente, mentre i detenuti hanno presentarono La vita di Sant’Adriano. Le usciere avevano dei fucili, non si sa mai... Sant’Adria­no è un martire cristiano che era soldato dell’imperatore, perseguita i cristiani, ma nel frattempo si converte, e questo non piace affatto all’im­peratore. Il galeotto, l’attore nel ruolo dell’imperatore disse in un modo così biascicato: „ma guarda, Adriano, cosa fai?” che dovevo intervenire: gli ho detto di arrabbiarsi, ora era lui stesso l’imperatore. Dillo forte e arrabbiato! L’altro giorno qualcuno mi ha dato una pacca sulla spalla e mi ha detto: „Non incoraggiarlo ad arrabbiarsi, perché l’ultima volta che si è arrabbiato ha ucciso due persone.” Eravamo lì con i bambini, e stavano facendo il loro spettacolo sul palco girevole, e il comandante nazionale della prigione e altri erano in piedi e applaudivano, e i prigionieri si in­ 18

Next